Dall’immagine all’identità/1 – La famiglia Recouly-Roux e i Vernière a Livorno 4


Introduzione di Mario Di Chiara, ricerche storiche e genealogiche di Matteo Giunti.

L’invenzione della fotografia fornì all’esigenza di autorappresentarsi uno strumento innovativo che in breve tempo surclassò, in termini di immediatezza ed accessibilità economica, la tradizionale pratica del ritratto pittorico. A partire dalla seconda metà dell’ottocento si diffuse in strati progressivamente sempre più ampi della popolazione l’utilizzo della carta da visita (da qui in poi cdv) per lasciare una testimonianza di sé presso tutti quei contatti personali e professionali che l’individuo ritenesse strategici al consolidamento delle proprie interazioni con il tessuto sociale. Il ricercatore genealogista Matteo Giunti condivide con il collezionista di fotografia storica Mario Di Chiara, la volontà di indagare la traiettoria delle individualità che attraversarono quel particolare contesto socio-culturale creatosi a Livorno nel diciannovesimo secolo.

Favorendone la narrazione anche a livello di immagine le cdv livornesi offrono un nuovo impulso alle ricerche storiche connettendo finalmente i volti a precisi percorsi esistenziali. Con questo primo intervento inauguriamo insieme un appassionante viaggio nel passato che già ha consentito a molti una migliore presa di contatto con il cammino intrapreso dai propri parenti di quel periodo.

In questo post esaminiamo due cdv di Ugo Bettini sulle quali appaiono poche ma essenziali informazioni: la dedica “A Madame Vernière – Souvenir de Cécile Recouly née Roux” e la data: “Livourne 14 janvier 1870“; sull’altra: “a Mr. Stanislas Vernière – donné p[ou]r souvenir – son représentant – L. Recouly“, stessa data.

Louis Recouly e Cécile Roux

Da queste scarne informazioni, sfruttando diverse fonti primarie livornesi e francesi, è stato possibile fare luce sulla famiglia Recouly-Roux di Livorno, e trovare informazioni anche sui Vernière, destinatari delle cdv.

Louis Recouly e Cécile Roux si erano sposati a Livorno il 2 febbraio 1867, poco meno che trentenni; Louis, un rappresentante di commercio, era nato a Sète, vicino a Montpellier, il 5 ottobre 1837, figlio dello stuccatore (o gessaio) Pierre Recouly (1797-1867) e di Catherine Durand (1799-1895), mentre la moglie Anne Jeanne Cécile Roux era nata a Montpellier il 22 novembre 1840, figlia del mercante di cuoia e calzolaio Jean Xavier Roux (originario di Castelnau-le-Lez, non lontano da Sète) e di Marguerite Félicité Sauvaire, di Montpellier, che si erano sposati a gennaio del 1839.

La coppia ebbe tre figlie a Livorno tra il 1867 e il 1870 e anche un figlio (Jean) nato nel 1871: Félicie Catherine Marie Jeanne (nata il 17 novembre 1867), Joséphine Marie Jeanne (nata il 18 febbraio 1869 e morta il 5 febbraio 1870), e Augustine Julie (nata il 5 gennaio 1870).

Indici di nascita di tre dei figli della coppia Recouly-Roux a Livorno.

Già da queste informazioni si nota come la data presente sulle immagini (14 gennaio 1870) sia significativa: Louis e Cécile, rispettivamente di 32 e 26 anni, avevano infatti appena avuto la terza figlia Augustine e dopo 20 giorni avrebbero invece subito la perdita della seconda, Joséphine. Vedremo poi anche un altro evento significativo legato al 1870.
Il padre di Cécile, Jean Xavier (italianizzato e abbreviato in Gio. Saverio), morì a Livorno, il 16 novembre 1875, nella casa di Via Vittorio Emanuele 43, al quarto piano, a soli 59 anni e già vedovo. La moglie “Felice Savoire” (così è indicata sull’atto di morte del marito) era deceduta da tempo; non è ancora chiaro quando e dove.

Breve cronologia delle società di famiglia

Lo spoglio delle circolari societarie presenti nel fondo “Antiche Ditte” dell’archivio della Camera di Commercio di Livorno ha consentito di fare luce anche sull’attività lavorativa dei due coniugi.

Logo utilizzato dai coniugi Recouly-Roux

Il 15 marzo 1879 Louis Recouly, la cui ragione sociale era “L. Recouly” (via del Giardino 17-19), dichiarando di continuare la propria attività di agente depositario della “Ferriera Stefano Masson e Compagni” e volendo tributare una riconoscenza alla consorte, comunicò di avere modificato la ragione in “L. & C. Recouly-Roux”. Cecilia aveva infatti già collaborato alla gestione aziendale prima sotto il proprio padre Giovanni Roux, e poi con il marito, per 25 anni.

Circolare della Ditta di Louis Recouly, 1879

Il 4 aprile 1881 la Stefano Masson e C. annunciò di essere stata trasformata in Società Anonima della Ferriera Masson, con sede a Livorno e direzione a Colle Val d’Elsa. Il Consiglio d’Amministrazione era composto dal Cav. Avv. Eugenio Sansoni, Giorgio Enrico Aman, Giovan Battista Donegani, Cav. Pietro Fehr-Schmole, Giuseppe Franco, Comm. Edoardo D’Amico e Francesco Mimbelli, con direttore Luigi Masson, figlio del fondatore. Analoga comunicazione apparve sul Monitore Industriale Italiano del 3 maggio, nella quale si diceva che tale trasformazione era avvenuta con atto pubblico del 29 dicembre 1880, seguito dal Decreto Reale del 31 marzo.

Il 3 aprile 1882 i titolari della ditta Recouly Roux espressero l’intenzione di ritirarsi a Sète, in Francia, dove avevano acquistato l’antico magazzino di chincaglieria C. Vitou e di conseguenza la gestione veniva lasciata al loro commesso, Augusto Corazzi, già da parecchi anni loro collaboratore.

Infine, il 20 aprile 1885, Corazzi, già gerente della liquidazione della ditta, rilevò il “Magazzino di Chincaglierie e Ferrareccia” per continuare l’attività in proprio conto. Il 28 aprile dello stesso anno la Società Masson venne posta in liquidazione e furono nominati come liquidatori Rodolfo Klein, per Colle Val d’Elsa, e Ernesto Nagni per Livorno.

Louis Recouly morì a Montpellier, a 65 anni, il 15 dicembre 1902, Cécile scomparve oltre vent’anni dopo, il 7 maggio 1923, all’età di 83 anni.

Chi erano i destinatari delle cdv, i Vernière?

Etienne Stanislas Vernière era un industriale delle pelli, titolare di una nota ditta di Aniane, vicino a Montpellier, con diverse sedi sparse nel mondo, compresa Livorno. Stanislas morì a giugno del 1870 ad Aniane, sua città di origine, ad appena 6 mesi dalla dedica delle cdv. La moglie del Vernière, destinataria di una delle dediche, si chiamava Henriette Sophie Joullie (1821-1882).

Pubblicità della ditta di Stanislas Vernière.

Concludiamo qui questo primo “viaggio dalle immagini all’identità” che aveva l’ambizione di mostrare come, in certi casi, da una semplice e brevissima nota sul retro di una fotografia, sia possibile recuperare, coi metodi della ricerca genealogica e storica, informazioni e notizie su quei volti inizialmente sconosciuti, spesso sbiaditi, di cui a volte l’unica traccia materiale rimanente è proprio quella “impressione” sulla carta fotografica.


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4 commenti su “Dall’immagine all’identità/1 – La famiglia Recouly-Roux e i Vernière a Livorno

  • Carmelita Tripodi

    Credo che tutti vorremmo essere ricordati , in maniera così puntuale , a tanti anni dalla morte. Nessuna di queste persone , avrebbe potuto immaginare che uno studioso , da un semplice biglietto da visita , risalisse alla loro genealogia e in fondo , alla loro vita. Hai compiuto il miracolo , carissimo Mario , di riportare tra i vivi ciò che ormai è polvere.

    • Matteo Giunti L'autore dell'articolo

      Signora Tripodi, grazie del commento. Ci terrei a precisare però che le ricerche storiche e genealogiche sono state fatte da me.

  • Sestieri Fabio

    Grande lavoro. Complimenti. È quello che, nel mio piccolo, faccio con i componenti della mia famiglia. Alcuni anche provenienti da Livorno, sembra.